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Autore the number 23
AtIpIcA

Reg.: 04 Gen 2007
Messaggi: 4177
Da: Milano (MI)
Inviato: 26-04-2007 11:06  
eviterò di cercare di fare una recensione a questo film lasciando il compito a chi è decisamente più dotato e darò il mio semplice parere...
un thriller psicologico mozzafiato! davvero interessante e ben strutturato.. in alcuni punti ricorda Memento..
consiglio di guardarlo con cautela alle persone + impressionabili o facilmente influenzabili perchè è un film che passa paranoie!!
la fotografia è davvero bella.. la parte delle prime scene di racconto mi ha entusiasmata!
e jim carrey dimostra un'altra volta di essere un ottimo attore capace di interpretare ruoli molto diversi tra loro con dimestichezza e passione.
davvero un gran bel film!
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Small982

Reg.: 15 Mar 2007
Messaggi: 185
Da: fano (PS)
Inviato: 26-04-2007 11:25  
si perde un po' nel finale, sennò è eccezionale!
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AtIpIcA

Reg.: 04 Gen 2007
Messaggi: 4177
Da: Milano (MI)
Inviato: 26-04-2007 11:29  
si, anche secondo me il finale poteva essere + incisivo..
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Frankiefan


Reg.: 11 Mar 2004
Messaggi: 364
Da: Savona (SV)
Inviato: 27-04-2007 17:19  
Ogni tanto capita anche di riuscire ad andare al cinema a vedere un bel film che lascia uscire dalla sala MOLTO soddisfatti, ed è il caso di questo The Number 23 diretto da Joel Schumacher.

La trama è questa: il 3 febbraio, giorno del suo 32esimo compleanno, Walter Sparrow, un accalappiacani padre di famiglia, si vede regalare dalla moglie un libro scritto sotto pseudonimo, dal titolo The Number 23. Inizialmente poco convinto del regalo, Walter s'immerge nella lettura di quella che sembrerebbe una sorta di biografia della sua vita, e comincia ad essere ossessionato dal numero 23 e dal fatto che un assassino ad esso legato potrebbe essere ancora in libertà...

Questa pellicola è un manuale sull'ossessione che porta lentamente ma inesorabilmente alla follia. All'inizio sembra quasi di assistere ad una commedia "alla Jim Carrey", magari un pò più malinconica: protagonista sfigato, circondato da persone se non cattive comunque irritanti, perfetto marito e padre di famiglia. Fin dal principio, tuttavia, vengono messi in moto quei meccanismi per cui un assommarsi di eventi apparentemente casuali e scollegati influenzano la vita di una persona fino a farla incontrare col suo destino, che è poi l'inquietante fil rouge di tutta la storia, piccole scelte, nomi, eventi, che riconducono inevitabilmente al numero 23.

In parallelo alla storia di Walter ci viene raccontata quella di Fingerling, il protagonista ed autore del libro, un detective hard boiled che potrebbe venire direttamente dalla Sin City di Miller, anche lui preso nel vortice della follia che accompagna l'osessione per il numero 23; nella storia di Fingerling, Walter trova mille similitudini con la propria infanzia, la propria vita, e nella mente immagina il personaggio con le sue fattezze, e la perversa amante di lui identica alla propria moglie.

La tecnica regista usata per le due "vite" è molto diversa. Appena Walter comincia a leggere ed immergersi nel libro, una sequenza a scatole cinesi ci trascina a forza nel mondo di Fingerling, ripreso con tecnica digitale, dai colori vivissimi durante la sua infanzia, e dai toni chiaroscurati del luminosissimo bianco e del tetro nero durante la progressiva immersione nella follia. La trasformazione del magnifico Carrey è ovviamente impressionante. Il suo Fingerling, magrissimo, luciferino, tatuato, debitore del Max Cady di Robert De Niro, è un monumento all'ossessione e alla follia, e tratti del personaggio vengono a poco a poco trasmessi anche al "normale" e sfigato Walter.

In definitiva The Number 23 è un film ben diretto, interpretato magnificamente (oltre allo strepitoso Jim Carrey anche Virginia Madsen e gli altri attori coinvolti sono bravissimi), riesce a tenere alta la tensione e l'inquietudine fino al finale, banale se vogliamo, ma l'unico veramente sensato. Lo consiglio vivamente.

Già pubblicato qui
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Rose tints my world, keeps me safe from my trouble and pain!!!

Mo' motherf***ing SNAKES on mo' motherf***ing planes!!!

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planula

Reg.: 14 Giu 2003
Messaggi: 94
Da: CASTELLAMMARE DI STABIA (NA)
Inviato: 28-04-2007 11:05  
speravo che schumacher mi garantisse qualcosa di più originale. ottima fotografia. ma troppe banalità e dissonanze.

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Lollina
ex "lolly19"


Reg.: 11 Gen 2002
Messaggi: 19693
Da: albenga (SV)
Inviato: 28-04-2007 11:06  
Su Imdb ha ricevuto solo 6.1 come voto.
Però potrei farci un pensiero...
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Perchè sentiamo la necessita' di chiaccherare di puttanate, per sentirci a nostro agio?E' solo allora che sai di aver trovato qualcuno di davvero speciale,quando puoi chiudere quella cazzo di bocca per un momento e condividere il silenzio in santa pace.

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cabal22

Reg.: 15 Mar 2006
Messaggi: 2812
Da: Livorno (LI)
Inviato: 28-04-2007 12:01  
Ecco un altro film di cui sento parlare sia malissimo che insistentemente bene. Sta a vedere che ci troviamo di fronte ad un'altra genialata imperdibile.

Per non parlare del fatto che ,per me, 8mm-delitto a luci rosse, Phone Booth e Un Giorno di Ordinaria follia sono delle vere e proprie perle. Penso che lo vedrò quanto prima.

[ Questo messaggio è stato modificato da: cabal22 il 28-04-2007 alle 12:06 ]

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Frankiefan


Reg.: 11 Mar 2004
Messaggi: 364
Da: Savona (SV)
Inviato: 28-04-2007 13:58  
Per essere un film di Schumacher, che personalmente detesto, non fosse per The Phantom of The Opera, è sorprendentemente bello
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follettina

Reg.: 21 Mar 2004
Messaggi: 18413
Da: pineto (TE)
Inviato: 28-04-2007 18:05  
bello...mi è piaciuto.. in effetti è paranoico parecchio.. mentre tornavo a casa ho iniziato a fare i conti con i numeri delle targhe delle machine che avevo di fronte.... poi li dividevo con qualche numero e davvero mi davano 23.. o meglio 2,3

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cabal22

Reg.: 15 Mar 2006
Messaggi: 2812
Da: Livorno (LI)
Inviato: 28-04-2007 19:49  
quote:
In data 2007-04-28 18:05, follettina scrive:
bello...mi è piaciuto.. in effetti è paranoico parecchio.. mentre tornavo a casa ho iniziato a fare i conti con i numeri delle targhe delle machine che avevo di fronte.... poi li dividevo con qualche numero e davvero mi davano 23.. o meglio 2,3



Cazzo. Tutto a mente? Genio!!!

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THEACHER

Reg.: 24 Gen 2007
Messaggi: 55
Da: roma (RM)
Inviato: 28-04-2007 22:42  
Beh se parliamo di paranoie posso dire che sono stato oggi a vederlo e tra gli schiamazzi dei liceali che a quell'ora affollavano il cinema eccetto me, è degno di nota come la fidanzata di uno del gruppo abbia detto tu sei nato il 2/1/1991 che sommato da 23.
Il resto erano solo commenti alla romana.
(io sono di Roma)
Qui si dice che il 23 è il ...........
Chi ha orecchie intenda.
Comunque il film è bello solo che si perde nel finale,non faccio spoiler per chi non lo ha visto.

_________________
coupure

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Skualo

Reg.: 01 Mag 2005
Messaggi: 758
Da: Venezia (VE)
Inviato: 29-04-2007 13:10  
In attesa di un personale commento generale (purtroppo, "Tempusf fugit" ),
vorrei soffermarmi un attimo sullo splendido travelling che inizia a circa 20' dall' incipit del film.

Assistiamo allo scorrere temporale dell'infanzia del piccolo Fingerling attraverso un rapido movimento di dolly in avanti che, partendo da un giardino, esplora lo spazio esterno avvicinandosi sempre più all'abitazione del ragazzo, per poi penetrarvi all'interno (attraversando la finestra) e mostrarci il giovane.
La mdp poi prosegue inesorabile fuoriuscendo nuovamente dalla finestra (non la stessa d'entrata, ma un'altra in posizione quasi perpendicolare ad essa), compiendo un veloce movimento di dolly in avanti per poi giungere - di nuovo - attraverso il giardino, all'interno della medesima casa, rivelando questa volta scorci di vita del ragazzo in età più avanzata.
Ed Il tutto, in seguito, si ripete diverse volte, descrivendo sempre la rapidissima evoluzione temporale.

Il travelling utilizzato in questo film dimostra l'ormai piena sincrasi tra tecnologia digitale e semantica cinematografica: il regista, tra tutte le varie possibilità, opta infatti per la rappresentazione di un arco temporale - in rapidissima evoluzione - attraverso un travelling in piena soluzione di continuità (utilizzo del long take), dove l'esplorazione spaziale (appunto in continuum) della mdp si sposa - "in una sorta di perfetto parallelismo asincrono" - con l'esplorazione temporale in rapidissimo sviluppo: si tratta di un sommario, dove il tempo del racconto - filmico - è minore rispetto al tempo della storia - profilmico.
Ma dove il cinema classico avrebbe privilegiato - necessariamente - la rappresentazione di questa tipica sequenza ad episodi mediante un decoupagè - appunto - classico (con degli stacchi, dissolvenze, tendine, volé, panoramiche filate, ecc.), qui il regista sceglie di utilizzare un piano sequenza, eliminando ogni possibile cut (in effetti un cut è presente: pochi secondi mostrano il volto di Sparrow, ma a mio giudizio è una sorta di stonatura a fronte della bellezza poetica esaltata finora).
Il tutto sarebbe effettivamente parso - dal punto di vista meramente pratico - quasi impossibile senza l'ausilio delle moderne tecnologie digitali, anche perché il travelling subisce nell'arco della sequenza ad episodi - sempre, come accennato, mantenendo soluzione di continuità nel movimento spaziale - diversi mutamenti tecnico-semantici: il pdv iniziale della mdp trasla da oggettivo a soggettivo nel momento in cui descrive l'ambiente con gli occhi del giovane Fingerling, e la fluidità del dolly muta (col mutare del pdv) attraverso una perfetta iperbole strumentale mediante il passaggio ad una steadycam prima e ad una mdp a mano poi (dolly/oggettiva - steady/soggettiva - macchina a mano/sogettiva stilistica). Il tutto, ripeto, con piena soluzione di continuità: ed il risultato è veramente superbo.

Sono uscito dalla sala soddisfatto, soprattutto perché - essendo io grande appassionato di linguaggio cinematografico, ripresa e montaggio - ho trovato straordinario come una simile sequenza risulti ormai del tutto assimilata dagli spettatori nella sua pura connotazione stilistico-semantica: il digitale, dapprima considerato scomoda entità aliena, elemento cancerogeno ed inquinante all'interno dell'opera cinematografica, è divenuto ormai un perfetto ed indispensabile strumento nella semiologia filmica. E, cosa assai importante (quasi) del tutto accettata (e riconosciuta) da noi fruitori finali dell'opera cinematografica.
Personalmente devo dire che tale sequenza ad episodi, dopo un breve attimo di (comprensibile) spaesamento iniziale, è scorsa fluida nella mia mente, risultando in un perfetto connubio tra significante e significato.

Mi sembra anche che Joel Schumacher citi, attraverso questa sequenza, i travelling di Terry Gilliam (mi viene in mente quello iniziale di "The Brothers Grimm" attraverso il bosco), ed addirittura Carpenter (la memorabile soggettiva del piccolo Michael Meyers nell'incipit di "Halloween").

Spero di non aver tralasciato nulla, dato che una visione non è spesso sufficiente a cogliere esattamente tutti i particolari: avrei voluto moltissimo rivedere la sequenza, ma purtroppo non mi è stato possibile.

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[ Questo messaggio è stato modificato da: Skualo il 30-04-2007 alle 01:17 ]

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willis

Reg.: 13 Dic 2006
Messaggi: 119
Da: catania (CT)
Inviato: 29-04-2007 17:25  
Davvero un gran bel film. Molto emozionante e coinvolgente con un mitico jim carrey che stà volta ha a che fare con l'ossessione del numero 23 che lo porterà a scoprire agghiaccianti verità.

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yumiko

Reg.: 30 Ago 2004
Messaggi: 30
Da: Bovisio Masciago (MI)
Inviato: 29-04-2007 21:39  
...beati voi! io mi sono adormentata dopo 23 minuti e ogni 23 secondi mi risvegliavo e riaddormentavo.. che dire mi ricordo giusto 2 o 3 cose ..

7.75 ... buttate letteralmente!!

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AtIpIcA

Reg.: 04 Gen 2007
Messaggi: 4177
Da: Milano (MI)
Inviato: 30-04-2007 17:32  
quote:
In data 2007-04-26 11:06, AtIpIcA scrive:
la fotografia è davvero bella.. la parte delle prime scene di racconto mi ha entusiasmata!



quote:
In data 2007-04-29 13:10, Skualo scrive:
Assistiamo allo scorrere temporale dell'infanzia del piccolo Fingerling attraverso un rapido movimento di dolly in avanti che, partendo da un giardino, esplora lo spazio esterno avvicinandosi sempre più all'abitazione del ragazzo, per poi penetrarvi all'interno (attraversando la finestra) e mostrarci il giovane.
La mdp poi prosegue inesorabile fuoriuscendo nuovamente dalla finestra (non la stessa d'entrata, ma un'altra in posizione quasi perpendicolare ad essa), compiendo un veloce movimento di dolly in avanti per poi giungere - di nuovo - attraverso il giardino, all'interno della medesima casa, rivelando questa volta scorci di vita del ragazzo in età più avanzata.
Ed Il tutto, in seguito, si ripete diverse volte, descrivendo sempre la rapidissima evoluzione temporale.

Il travelling utilizzato in questo film dimostra l'ormai piena sincrasi tra tecnologia digitale e semantica cinematografica: il regista, tra tutte le varie possibilità, opta infatti per la rappresentazione di un arco temporale - in rapidissima evoluzione - attraverso un travelling in piena soluzione di continuità (utilizzo del long take), dove l'esplorazione spaziale (appunto in continuum) della mdp si sposa - "in una sorta di perfetto parallelismo asincrono" - con l'esplorazione temporale in rapidissimo sviluppo: si tratta di un sommario, dove il tempo del racconto - filmico - è minore rispetto al tempo della storia - profilmico.
Ma dove il cinema classico avrebbe privilegiato - necessariamente - la rappresentazione di questa tipica sequenza ad episodi mediante un decoupagè - appunto - classico (con degli stacchi, dissolvenze, tendine, volé, panoramiche filate, ecc.), qui il regista sceglie di utilizzare un piano sequenza, eliminando ogni possibile cut (in effetti un cut è presente: pochi secondi mostrano il volto di Sparrow, ma a mio giudizio è una sorta di stonatura a fronte della bellezza poetica esaltata finora).
Il tutto sarebbe effettivamente parso - dal punto di vista meramente pratico - quasi impossibile senza l'ausilio delle moderne tecnologie digitali, anche perché il travelling subisce nell'arco della sequenza ad episodi - sempre, come accennato, mantenendo soluzione di continuità nel movimento spaziale - diversi mutamenti tecnico-semantici: il pdv iniziale della mdp trasla da oggettivo a soggettivo nel momento in cui descrive l'ambiente con gli occhi del giovane Fingerling, e la fluidità del dolly muta (col mutare del pdv) attraverso una perfetta iperbole strumentale mediante il passaggio ad una steadycam prima e ad una mdp a mano poi (dolly/oggettiva - steady/soggettiva - macchina a mano/sogettiva stilistica). Il tutto, ripeto, con piena soluzione di continuità: ed il risultato è veramente superbo.




ecco... è quello che volevo dire io...
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